Il Rubino è una delle pietre preziose più costose e rare tra le gemme conosciute, ed incredibile a dirsi è molto più raro dello stesso Diamante, soprattutto nei rossi più intensi e puri. Se, infatti, di qualità superiore e particolarmente trasparenti, i Rubini possono essere classificati con la sigla AAA (per i non avvezzi agli acronimi è il massimo della purezza). C’è da dire che Rubini chiari e senza inclusioni visibili sono praticamente introvabili, la normalità è la presenza di qualche inclusione, più o meno visibile.
“Cosa sono le inclusioni?”, si chiede l’utente che si approccia per le prime volte a questo mondo. Le inclusioni sono, sostanzialmente, delle variazioni nella struttura cristallina della gemma, irregolarità quali fratture e graffi o ingestione di materiale altro nella creazione naturale del cristallo. Ad esempio, esattamente come per l’Alessandrite e lo Smeraldo, anche nel caso del Rubino è l’elemento “cromo” a essere responsabile delle comuni inclusioni.
Appartenente alle gemme di tipo II insieme allo Zaffiro (gemme che si trovano in natura con alcune inclusioni minori visibili ad occhio nudo), il Rubino ha normalmente più inclusioni dello Zaffiro, anche se più piccole.
Sottili inclusioni microscopiche (chiamate anche “seta”) in alcuni Rubini possono avere l´effetto di distribuire più delicatamente la luce, accentuandone sia la bellezza sia il valore. La maggior parte degli esemplari mostra al meglio la propria bellezza se esposti alla luce naturale o sotto una fonte di luce bianca e molti dispiegano una forte fluorescenza di colore rosso acceso elettrico.